1)
Dizion. 5° Ed. .
CORAGGIO.
Apri Voce completa
pag.732
Vedi le altre Edizioni del Vocabolario |
|
|
|
CORAGGIO. Definiz: | Sost. masc. Forza d'animo, la quale fa che l'uomo non si sbigottisca nei pericoli, o affronti consideratamente rischj, ovvero non si abbatta per dolori fisici o morali, sopporti gl'infortunj, e simili. |
Dall'antiquato coraggio, che valeva Cuore, e questo o dall'antico franc. curage o corage, o dal prov. coratge; voci o forme tutte dipendenti dal lat. cor. – Esempio: | Magal. Lett. fam. 2, 106: Mestiero (la milizia).... altrettanto improprio ai suoi reni, quanto era proprio a dissimulare sotto apparenza di coraggio la sua bestialità. | Esempio: | Fag. Rim. 2, 227: Chi lo vuol (un sonetto) per un'altra [sposa] più animosa, Che del mondo non teme, e ha tal coraggio, Che le par poco se ad un sol si sposa (qui scherzevolmente). | Esempio: | Metast. Dramm. 4, 163: Sposa, ne' gran periglj, Gran coraggio bisogna. | Esempio: | Fosc. Poes. 41: Omai ricuso Di sofferirne più (degl'infortunj). Tu che tant'hai Coraggio di sommetterti [al rigor del cielo], tuo labbro ec. |
Esempio: | Mont. Poes. 1, 405: Temide era seco, alma datrice Di coraggio, di senno e di consiglio. |
Esempio: | Pindem. Poes. 200: Ah! questo estingue il mio coraggio: e pure Non son donna vulgar, poichè ti piacqui. |
Definiz: | § I. Per Animo, Ardire, Bravura. – | Esempio: | Giambull. P. F. Stor. Europ. 126: Essendo egli tenuto universalmente in maggior pregio assai che il fratello, per esser persona rara, valorosa, di gran coraggio, pratica nelle guerre, e di consiglio sì eccellente, che ec. |
Definiz: | § II. Familiarmente usasi anche in mal senso a denotare Cattività, di cuore, Impudenza, o simile, onde alcuno 'e indotto a far cosa contraria al dovere, alla convenienza, e simili. Così diciamo per esempio: | Esempio: | Esempio del Compilatore Quel figliolaccio ebbe il coraggio di abbandonare sua madre vecchia ed inferma, e di andarsene in America. – Costui, dopo tutte le ingiurie fattemi, ha avuto il coraggio di venire a chiedermi un piacere. |
Definiz: | § III. Coraggio! o, Su coraggio! è modo d'incitare altrui a resistere, o a porsi a qualche cimento. – | Esempio: | Casott. A. Celid. 1, 38: Via su, ripresi allor, tiriamo innanzi, Coraggio, Paladini, e che temete? |
Definiz: | § IV. Dar coraggio, vale Incoraggire, Confortare; ed usasi per lo più figuratam., e così in modo assoluto, come col compimento retto dalla particella Di. |
Definiz: | § V. Fare altrui coraggio, vale Rincorarlo, Animarlo Incitarlo. E Farsi coraggio, o poeticam. Far coraggio, vale Far forza a sè medesimo per vincere lo sbigottimento, l'abbattimento, e simili, onde siamo soprappresi; Confortarsi, Rincorarsi, o simile. – | Esempio: | Car. Eneid. 1, 338: Così dicendo a' suoi, pieno in sè stesso D'alti e gravi pensier, tenea velato Con la fronte serena il cor doglioso. Fecer tutti coraggio; e di cibo avidi, ec. | Esempio: | Leopard. Pros. 1, 318: Via, facciamoci coraggio, e proviamo un poco di far paura a loro. |
Definiz: | § VI. Perdersi di coraggio, vale Scoraggirsi, Sbigottirsi, Smarrirsi, in senso così proprio come figurato. – | Esempio: | Segner. Op. 4, 520: Se non vedete quell'utile che vorreste dal vostro dire, non però dovete mai perdervi di coraggio. |
Definiz: | § VII. Prender coraggio, vale Incoraggirsi, Confortarsi; e figuratam., per lo più con compimento, vale Rassicurarsi, Osare, Ardirsi o simile. – | Esempio: | Vallisn. Op. 1, 241: Assaporato il sugo,... lo trovai molto amaro; onde presi coraggio a cercare il canale epatico, che ec. | Esempio: | Bicchier. Bagn. Montecat. 225: Da tali cangiamenti fu preso coraggio per estendere il tempo delle immersioni e della doccia. |
|